La Nascita Della Torre
Prima di ogni cosa c’era il Male.
Un emozione strana, soggettiva e a volte incomprensibile, presente in ogni anima. Non venite a dirmi di no. Qualsiasi persona almeno una volta nella vita ha lasciato entrare anche solo un pensiero malvagio nella sua mente. Chiunque ha provato odio per qualcuno anche se soltanto per un breve istante. Proprio in quegli attimi il Male è entrato di voi e li è rimasto, come un virus in incubazione. Non c’è una cura. Potete negarlo, potete giurare che non sia vero, non sarò certo io a impedirvi di scappare dalla realtà. Perché quello che dico è la verità e voi lo sapete. Cosa avete provato la prima volta che avete fatto del male a qualcuno, o che avete semplicemente desiderato di farlo? Io credo vi siate sentiti strani, in qualche modo eccitati. E dopo di allora quante altre volte è successo? Immagino i vostri pensieri su una donna che amavate alla follia e che vi ha lasciato per finire nel letto di un altro. Non ditemi che le avete augurato di essere felice, non sono un idiota. Avrete immaginato talmente tanta sofferenza per quella ragazza che ci vorrebbero due libri solo per descriverle tutte. Molti di voi farebbero del male persino a chi gli taglia la strada in automobile o al bambino piccolo che piange. Pochi avranno il coraggio di ammetterlo ma è la sacrosanta verità.
In un tempo molto lontano, c’è chi di questa cosa ne ha approfittato. Un uomo sulla sessantina, dall’aspetto elegante e ben curato. I capelli grigio-bianchi erano pettinati all’indietro, lasciando libero il volto accuratamente rasato. Gli occhi erano di un azzurro grigio e il suo sguardo aveva un non so che di ipnotico. Parlava col calma, usando un tono suadente e vocaboli precisi. Non era molto imponente, ma aveva comunque un fisico ben piazzato. Il suo nome era Richard Lancaster. Tramite procedimenti e studi segreti aveva scoperto come sfruttare il male presente nelle persone. Aveva iniziato a spacciarsi per un prete e ad andare a confessare i detenuti dei più importanti supercarceri al mondo. Accoglieva dentro sé stesso i loro peccati e il male di cui erano intrisi. Quando aveva accumulato la quantità di malvagità necessaria, tramite un antico rituale, aveva riversato quell’energia all’interno di una dimensione vuota. In quel modo nacque la Torre degli Orrori con le sue dodici stanze.
La struttura non era stata casuale. La Torre era un tributo alle uniche tre cose che ogni essere umano possiede. Il male, la paura e un segno zodiacale. Il male era rappresentato dalla Torre stessa. Col suo influsso marciva i ricordi, e i sogni, e nutriva i rimpianti del padrone. La paura era la padrona di ogni stanza. Prendeva i ricordi e i rimpianti deturpati dal male e li rendeva vivi all’interno della struttura. I segni zodiacali erano rappresentati dalle stanze. Dodici. Sulla porta di ognuna di esse c’era un orologio a forma del segno in questione.
Ora mancava l’ultima cosa. Bisognava trovarle un padrone, qualcuno che potesse nutrirla di emozioni pure. Proseguì la sue ricerche e giunse ad una conclusione. Le emozioni più pure e semplici da trovare erano tre. Ricordi, sogni e rimpianti. Se vi state chiedendo perché non l’amore e l’odio vi rispondo subito. Trovare odio e amore allo stato puro è difficilissimo. Tutti dicono di amare e odiare, ma quasi nessuno sa cosa voglia dire farlo veramente. Al contrario invece i ricordi, i sogni e i rimpianti sono potenti e comuni. Quasi ogni ragazzo sulla ventina inizia a sognare il suo futuro e dedica anima e corpo ad esso, altrettanto ogni persona che ha superato i sessanta e abbia perso qualcuno a lui caro, passa la maggior parte del suo tempo nei ricordi e nei rimpianti. Ovviamente non è discorso assoluto, ma credetemi è molto più semplice trovare un vecchio affranto dai rimpianti o un ragazzo che sogna di diventare famoso, piuttosto che trovare una persona che abbia compreso davvero l’amore o l’odio. Richard Lancaster elaborò una sorta di piano. Prendere un anziano vedovo, ingannarlo e renderlo padrone della Torre. Anni dopo quando la forza dei ricordi e dei rimpianti del vecchio cominciavano a indebolirsi, avrebbe contattato il nipote dicendo che il nonno aveva lasciato in eredità a lui la sua casa e l’avrebbe condotto alla Torre. In questo modo la Torre avrebbe avuto un primo ciclo alimentato dai rimpianti e dai ricordi e un secondo ciclo nutrito dai sogni.
Tuttavia, non poteva essere certo che avrebbe funzionato tutto alla perfezione senza prima provare. Trovò la prima cavia. Una volta ingannato il vecchio il primo ciclo partì. Le stanze acquisirono i ricordi e i rimpianti e diedero origine agli incubi. Quando questo procedimento fu completato venne condotto alla Torre il nipote. Non andò come sperato. Gli incubi erano troppo deboli. Eliminate i due fallimenti, ritornò a lavorare sulla formula. Trovò l’assenza di un fattore importante. I sogni, i ricordi e i rimpianti erano nutriti da un unico potere. L’immaginazione. I soggetti in questione dovevano lavorare di fantasia. Artisti. Quella era la chiave. Scrittori, musicisti, registi. Chiunque lavorasse di fantasia. Trovate le nuove cavie il secondo esperimento partì.
Questa volta la Torre prese finalmente a vivere.
Un emozione strana, soggettiva e a volte incomprensibile, presente in ogni anima. Non venite a dirmi di no. Qualsiasi persona almeno una volta nella vita ha lasciato entrare anche solo un pensiero malvagio nella sua mente. Chiunque ha provato odio per qualcuno anche se soltanto per un breve istante. Proprio in quegli attimi il Male è entrato di voi e li è rimasto, come un virus in incubazione. Non c’è una cura. Potete negarlo, potete giurare che non sia vero, non sarò certo io a impedirvi di scappare dalla realtà. Perché quello che dico è la verità e voi lo sapete. Cosa avete provato la prima volta che avete fatto del male a qualcuno, o che avete semplicemente desiderato di farlo? Io credo vi siate sentiti strani, in qualche modo eccitati. E dopo di allora quante altre volte è successo? Immagino i vostri pensieri su una donna che amavate alla follia e che vi ha lasciato per finire nel letto di un altro. Non ditemi che le avete augurato di essere felice, non sono un idiota. Avrete immaginato talmente tanta sofferenza per quella ragazza che ci vorrebbero due libri solo per descriverle tutte. Molti di voi farebbero del male persino a chi gli taglia la strada in automobile o al bambino piccolo che piange. Pochi avranno il coraggio di ammetterlo ma è la sacrosanta verità.
In un tempo molto lontano, c’è chi di questa cosa ne ha approfittato. Un uomo sulla sessantina, dall’aspetto elegante e ben curato. I capelli grigio-bianchi erano pettinati all’indietro, lasciando libero il volto accuratamente rasato. Gli occhi erano di un azzurro grigio e il suo sguardo aveva un non so che di ipnotico. Parlava col calma, usando un tono suadente e vocaboli precisi. Non era molto imponente, ma aveva comunque un fisico ben piazzato. Il suo nome era Richard Lancaster. Tramite procedimenti e studi segreti aveva scoperto come sfruttare il male presente nelle persone. Aveva iniziato a spacciarsi per un prete e ad andare a confessare i detenuti dei più importanti supercarceri al mondo. Accoglieva dentro sé stesso i loro peccati e il male di cui erano intrisi. Quando aveva accumulato la quantità di malvagità necessaria, tramite un antico rituale, aveva riversato quell’energia all’interno di una dimensione vuota. In quel modo nacque la Torre degli Orrori con le sue dodici stanze.
La struttura non era stata casuale. La Torre era un tributo alle uniche tre cose che ogni essere umano possiede. Il male, la paura e un segno zodiacale. Il male era rappresentato dalla Torre stessa. Col suo influsso marciva i ricordi, e i sogni, e nutriva i rimpianti del padrone. La paura era la padrona di ogni stanza. Prendeva i ricordi e i rimpianti deturpati dal male e li rendeva vivi all’interno della struttura. I segni zodiacali erano rappresentati dalle stanze. Dodici. Sulla porta di ognuna di esse c’era un orologio a forma del segno in questione.
Ora mancava l’ultima cosa. Bisognava trovarle un padrone, qualcuno che potesse nutrirla di emozioni pure. Proseguì la sue ricerche e giunse ad una conclusione. Le emozioni più pure e semplici da trovare erano tre. Ricordi, sogni e rimpianti. Se vi state chiedendo perché non l’amore e l’odio vi rispondo subito. Trovare odio e amore allo stato puro è difficilissimo. Tutti dicono di amare e odiare, ma quasi nessuno sa cosa voglia dire farlo veramente. Al contrario invece i ricordi, i sogni e i rimpianti sono potenti e comuni. Quasi ogni ragazzo sulla ventina inizia a sognare il suo futuro e dedica anima e corpo ad esso, altrettanto ogni persona che ha superato i sessanta e abbia perso qualcuno a lui caro, passa la maggior parte del suo tempo nei ricordi e nei rimpianti. Ovviamente non è discorso assoluto, ma credetemi è molto più semplice trovare un vecchio affranto dai rimpianti o un ragazzo che sogna di diventare famoso, piuttosto che trovare una persona che abbia compreso davvero l’amore o l’odio. Richard Lancaster elaborò una sorta di piano. Prendere un anziano vedovo, ingannarlo e renderlo padrone della Torre. Anni dopo quando la forza dei ricordi e dei rimpianti del vecchio cominciavano a indebolirsi, avrebbe contattato il nipote dicendo che il nonno aveva lasciato in eredità a lui la sua casa e l’avrebbe condotto alla Torre. In questo modo la Torre avrebbe avuto un primo ciclo alimentato dai rimpianti e dai ricordi e un secondo ciclo nutrito dai sogni.
Tuttavia, non poteva essere certo che avrebbe funzionato tutto alla perfezione senza prima provare. Trovò la prima cavia. Una volta ingannato il vecchio il primo ciclo partì. Le stanze acquisirono i ricordi e i rimpianti e diedero origine agli incubi. Quando questo procedimento fu completato venne condotto alla Torre il nipote. Non andò come sperato. Gli incubi erano troppo deboli. Eliminate i due fallimenti, ritornò a lavorare sulla formula. Trovò l’assenza di un fattore importante. I sogni, i ricordi e i rimpianti erano nutriti da un unico potere. L’immaginazione. I soggetti in questione dovevano lavorare di fantasia. Artisti. Quella era la chiave. Scrittori, musicisti, registi. Chiunque lavorasse di fantasia. Trovate le nuove cavie il secondo esperimento partì.
Questa volta la Torre prese finalmente a vivere.