La Storia di Martyn
Martyn era un uomo di settantatré anni dal fisico robusto. I pochi capelli che gli erano rimasti erano completamente bianchi. All’età di diciassette anni aveva iniziato a coltivare la passione per la scrittura. Dapprima scrivendo alcuni brevi racconti gialli, poi dedicandosi alla realizzazione di un vero e proprio romanzo. Col passare del tempo quel manoscritto finì nel dimenticatoio insieme ai racconti. Qualcosa in lui che era cambiato. Non è possibile spiegare come e perché i gusti di una persona cambino da un giorno all’altro, ma fu proprio quello che successe. Abbandonò il genere giallo passando a racconti horror fantascientifici. Il maggiore autore che influenzò quel suo cambiamento fu Howard P. Lovecraft con i suoi Racconti del Necronomicon. Lesse e rilesse quelle storie che parlavano di orrori cosmici e ancestrali. Rimase affascinato da quel mondo e da Ctuhlu. Iniziò a lavorare a un progetto simile al solo scopo di liberare la mente. Trascrisse su carta le fantasie che affollavano i suoi pensieri ventiquattrore al giorno. Quando il progetto fu concluso, decise di provare a pubblicarlo. Giunto a ventisei anni aveva acquisito una notevole fama. La notorietà aveva portato i primi frutti, ma non tutti i frutti sono buoni. Alcuni sono marci e velenosi. Martyn venne più e più volte criticato da altri autori e da molti lettori per le sue idee, guidicate troppo simili a quelle del già noto Lovecraft. Lui si difese dicendo che era normale che lui prendesse spunto dal suo autore preferito e che, comunque, le similitudini non erano troppe come insinuavano loro. Qualche mese dopo decise di allontanarsi dall’horror Lovecraftiano per intraprendere uno stile un po’più personale. Ci impiegò quattro anni a pubblicare il primo romanzo nel nuovo stile. Lo intitolò Tenebre Di Cristallo. Il volume fu apprezzato molto dai critici letterari e dai fan. Un connubio perfetto tra un ambientazione gotica e la trama fitta e coinvolgente come un giallo. Il tutto condito da una manciata di horror classico. Quel romanzo fruttò parecchi guadagni e gli permise di comprarsi una casa. Essendo ancora giovane (d'altronde aveva appena compiuto trent’anni) sperperò il resto della ricchezza conducendo una vita sregolata. L’alcool e la droga, al contrario di quanto sia normale pensare, non aiutarono la sua carriera anzi, influirono negativamente su di essa. Il romanzo successivo intitolato Il Tunnel dell’Odio fu il flop che ne compromise la carriera. Martyn aveva già deciso di arrendersi, d'altronde una volta toccato il fondo non sempre si riesce a risalire, quando conobbe Alissa. Si trattava di una giovane ragazza di ventisei anni, gentile e di bell’aspetto. Una sera l’aveva incontrato ubriaco marcio fuori da un pub, si era avvicinata e offerta di riaccompagnarlo a casa. Lui dapprima rifiutò, poi cambiò idea. Non fu molesto, ne altro. Quando furono a casa lei lo salutò lasciandogli un biglietto con il suo nome e numero di telefono. Il giorno dopo lui la chiamò per scusarsi e ringraziarla. Fu l’inizio di quello che solo qualche mese più tardi si trasformò in amore. Martyn grazie a lei ritrovò quella serenità e tranquillità mentale che gli serviva per scrivere. Nei tre anni successivi diede alla vita un nuovo romanzo e due raccolte di racconti brevi. Non gli fruttarono molti soldi, giusto il necessario per tirare avanti. L’anno dopo, all’età di trentaquattro anni ebbe un figlio a cui diede il nome di Lucas. Decise di prendersi una pausa dal suo lavoro per dedicarsi al piccolo. Gli anni volarono quando Lucas iniziò le scuole elementari Martyn riprese in mano la sua carriera. Le cose continuarono a non andare bene. Qualche fan gli era rimasto, la il bel periodo di ricchezza era soltanto un lontano ricordo. La tentazione di affogare quei dispiaceri nell’alcool fu immensa. Alissa lo sostenne con tutta la sua forza e dolcezza, impedendogli di ricadere nell’alcolismo. Martyn rimase comunque decise di abbandonare la carriera di scrittore dopo aver finito il suo ultimo romanzo. Ne Alissa ne Lucas riuscirono a fargli cambiare idea. Passarono altri due anni prima che Sogni Morenti fu completo. Vendette più dei romanzi precedenti, avvantaggiato dalla curiosità di leggere “l’opera finale di uno scrittore che si è rovinato con le sue mani, ma comunque non abbastanza. Gli anni successivi volarono. Martyn aveva trovato lavoro in una biblioteca e Lucas diventò un uomo. All’età di sessantuno anni Martyn diventò nonno del piccolo Blake. Quando il piccolo imparò a leggere, visto che le passioni vere sono dure a morire, Martyn decise di scrivere qualche piccolo racconto che avrebbe regalato al nipotino ad ogni compleanno. Quando Blake raggiunse i dodici anni di età Alissa morì. Martyn rimase profondamente scosso dalla morte della sua amata. Un giorno, mentre stava pensando di abbandonare la sua casa di campagna e tutti i ricordi che essa conteneva, suonarono alla porta. Aprì e si trovò davanti un uomo sulla sessantina dall’aspetto elegante e ben curato.
Salve, mi si è scaricato il cellulare potrei fare una chiamata?
Prego, entri.
Il tizio si presentò come Richard Lancaster e si avviò verso il telefono. Se Martyn avesse osservato l’uomo, avrebbe notato che non compose alcun numero prima di iniziare la conversazione. Salve signor Morninton, sono Richard. Vorrei sapere se è giunto ad una decisione per quanto riguarda la dimora che ho messo in vendita. Ci fu qualche secondo di attesa, per simulare una risposta. Come preferisce. Mi spiace che l’affare non sia andato a buon fine. Arrivederci.
Quando Richard ebbe finito la conversazione Martyn si rivolse a lui.
Mi scusi non ho potuto fare a meno di sentire che lei sta vendendo una casa. Potrei vederla?
Certamente. Domani pomeriggio?
Affare fatto.
Definirono il luogo e l’ora dell’appuntamento e si salutarono. Il giorno dopo Martyn si presentò all’incontro. Dopo avergli fatto visitare tutta la casa, rimanendo in silenzio, Richard prese la parola. Venga le mostro la cantina. E’ pulita e spaziosa. Martyn accettò e seguì il padrone di casa. Esaminando la cantina notò una porticina.
Questa dove porta?
Venga glielo mostro.
Richard si tolse di tasca una piccola chiave, la fece scivolare nella serratura e aprì la porta.
Mi segua.
I due oltrepassarono la porta che si chiuse dietro di loro. Una lunga scala procedeva verso il basso. Non si preoccupi sussurrò Richard nel suo tono suadente come se avesse percepito l’ansia che stava crescendo dentro al vecchio ospite. Proseguirono la discesa e Martyn rimase pietrificato. Alla fine della scalinata c’era una radura. Il cielo era porpora e colossali nuvole nere spuntavano in vari punti come tumori della pelle. Gli alberi erano spogli e capovolti, con le radici che si allungavano verso il cielo come mani caritatevoli. La Torre era lì, nel esatto centro di quel macabro paesaggio. Un misto di eccitazione e terrore nacque dentro di lui. Una sensazione strana, comprensibile solo a chi c’è dentro. L’incubo che viveva davanti ai suoi occhi splendeva in essi come un sogno. Il terrore abbandonò il suo sguardo mutandolo in quello di un bambino di fronte a una ruota panoramica immensa e colorata. Richard gli mise una mano sulla spalla e con la sua voce vampiresca sussurrò.
Entri. E’ tutta sua…
Salve, mi si è scaricato il cellulare potrei fare una chiamata?
Prego, entri.
Il tizio si presentò come Richard Lancaster e si avviò verso il telefono. Se Martyn avesse osservato l’uomo, avrebbe notato che non compose alcun numero prima di iniziare la conversazione. Salve signor Morninton, sono Richard. Vorrei sapere se è giunto ad una decisione per quanto riguarda la dimora che ho messo in vendita. Ci fu qualche secondo di attesa, per simulare una risposta. Come preferisce. Mi spiace che l’affare non sia andato a buon fine. Arrivederci.
Quando Richard ebbe finito la conversazione Martyn si rivolse a lui.
Mi scusi non ho potuto fare a meno di sentire che lei sta vendendo una casa. Potrei vederla?
Certamente. Domani pomeriggio?
Affare fatto.
Definirono il luogo e l’ora dell’appuntamento e si salutarono. Il giorno dopo Martyn si presentò all’incontro. Dopo avergli fatto visitare tutta la casa, rimanendo in silenzio, Richard prese la parola. Venga le mostro la cantina. E’ pulita e spaziosa. Martyn accettò e seguì il padrone di casa. Esaminando la cantina notò una porticina.
Questa dove porta?
Venga glielo mostro.
Richard si tolse di tasca una piccola chiave, la fece scivolare nella serratura e aprì la porta.
Mi segua.
I due oltrepassarono la porta che si chiuse dietro di loro. Una lunga scala procedeva verso il basso. Non si preoccupi sussurrò Richard nel suo tono suadente come se avesse percepito l’ansia che stava crescendo dentro al vecchio ospite. Proseguirono la discesa e Martyn rimase pietrificato. Alla fine della scalinata c’era una radura. Il cielo era porpora e colossali nuvole nere spuntavano in vari punti come tumori della pelle. Gli alberi erano spogli e capovolti, con le radici che si allungavano verso il cielo come mani caritatevoli. La Torre era lì, nel esatto centro di quel macabro paesaggio. Un misto di eccitazione e terrore nacque dentro di lui. Una sensazione strana, comprensibile solo a chi c’è dentro. L’incubo che viveva davanti ai suoi occhi splendeva in essi come un sogno. Il terrore abbandonò il suo sguardo mutandolo in quello di un bambino di fronte a una ruota panoramica immensa e colorata. Richard gli mise una mano sulla spalla e con la sua voce vampiresca sussurrò.
Entri. E’ tutta sua…