La Tragedia
[7 giugno 1996,
articolo sul New York Times]
TRAGEDIA IN CASA LANCASTER…
Diceva così la prima pagina del New York Times, esposto in tutte le edicole e sui tavolini dei bar. La giornata sarebbe stata perfetta, senza quella notizia. Il sole era caldo al punto giusto e regnava incontrastato nel limpido azzurro del cielo. La gente scorreva frenetica nel traffico di New York, muovendosi sui taxi, in bicicletta o a piedi. Persone eleganti, valigetta alla mano, camminavano rapidi per raggiungere i loro uffici in centro. La fretta svaniva quando si trovavano di fronte ad un edicola, dove quelle quattro parole erano presenti su tutti i giornali. Alcuni ragazzi, in cerca di qualche dollaro, saltavano da una parte all’altra della strada, gridando a squarciagola nel tentativo di vendere una copia del New York Times. Pareva quasi di essere tornati ai primi del novecento. Il silenzio era soltanto un desiderio lontano in mezzo a quel caos. Voci, automobili, clacson. Un numero incredibile di suoni e rumori amalgamati insieme.
Gary, un collega di Richard, teneva stretto tra le mani il giornale, con le pagine stropicciate. Non riusciva a crederci. Mai avrebbe potuto anche solo immaginare che una cosa del genere potesse accadere proprio al suo amico Richard. Pensava e ripensava a quell’articolo, quasi nella speranza che si trattasse di uno scherzo o di un brutto sogno dal quale presto si sarebbe svegliato. Richard era una delle migliori persone che aveva mai conosciuto, seconda solo a Cheryl. Erano una coppia fantastica. Ricordava quando lui aveva avuto problemi con la sua ex moglie e loro erano stati così gentili da ospitarlo in casa loro per tutto il tempo necessario a farlo rimettere in sesto. Richard aveva analizzato spesso e volentieri i problemi del suo amico e più di una volta i suoi consigli erano stati molto validi. Gary ricordava tutto come se fosse accaduto giusto un paio di giorni prima, quando in realtà era ormai trascorso un anno da quando Gary si era trasferito in Inghilterra per lavoro. Solo per quello non aveva più visto Richard, ma si erano sentiti comunque molto spesso, o almeno abbastanza perché lui rimase ancora più scioccato dall’articolo e da quanto schifo possano fare alcune persone. Si, perché a leggere quel nome non riusciva a pensare ad altro. Pensava a quelle persone che fino a quando hanno bisogno qualcuno che le accudisca o le sopporti sembrano grandi amici con tutti, poi appena vengono voltate loro le spalle ecco che si sente la lama rovente di un pugnale conficcarsi nella carne. Molte persone sono così, troppe. D’altronde approfittarsi è umano, così come un vecchio proverbio dice che l’occasione fa l’uomo ladro. Se una persona si offre come bersaglio facile noi tendiamo a bersagliarlo. Ricordiamoci che in parte siamo animali, ed ecco che il “complesso” genere umano viene diviso in due semplici categorie, i Bersaglieri e i Bersagli, anche se molto spesso il Bersagliere di uno è il Bersaglio di un altro. Richard no. Richard si accollava i problemi del mondo intero, ascoltando ed aiutando le persone con i loro problemi. Prendeva le loro paure e le trasformava in innocenti pensieri facili da scacciare, liberava le menti dal peso dei dubbi e delle angosce. Come un prestigiatore che estrae conigli dal cilindro, lui estraeva i tormenti dalle persone e li mutava in un sogni, come un Re Mida della mente. Era indescrivibile ed imparagonabile. Non per altro era stato votato come uno degli psicologi migliori al mondo, oltre che uno dei più ricchi.
Quello che rendeva Richard migliore rispetto agli altri, era che sebbene la sua parcella fosse quasi irraggiungibile per la maggior parte della gente comune, per chi non poteva permettersela c’erano notevoli sconti. Molti disoccupati veniva addirittura aiutati gratuitamente.
Alex Foster era uno di quelli. Un ragazzo di vent’anni che nella vita aveva passato visto la peggior merda possibile. Era cresciuto in una famiglia marcia. Il padre abusava quotidianamente di lui, sotto gli occhi della madre che faceva finta di ignorare la situazione. Soltanto una volta si era permessa di aprire bocca e le era stata rotta. Nessun preavviso, in pugno diretto sulle labbra e lei era finita al tappeto sputando sangue. Da quel giorno non si era mai più intromessa nelle “faccende” del marito. Quando si ritrovava da sola con Alex piangeva. Gli chiedeva perdono per quello che era costretto a subire e gli spiegava che non poteva fare nulla per cambiare la situazione. Se avesse chiamato la polizia probabilmente il padre li avrebbe uccisi entrambi. Ad Alex non sarebbe dispiaciuto, anzi. Giunto ad una certa età, aveva cominciato a vedere la morte quasi come un sogno. Non sapeva cosa ci fosse di là, ne se davvero esistesse un di là, ma non gli importava. Qualunque cosa sarebbe stata meglio della sua vita. Non sopportava più quella sensazione vomitevole e nauseabonda del padre che si muove al suo interno. Gli dava il voltastomaco. Più di una volta si era ritrovato chiuso in bagno, lametta in mano e l’idea di recidersi le vene stampata in testa. Alla fine il coraggio di farlo gli era sempre mancato. Soprattutto per sua madre. Era sicuro che la collera e la frustrazione del padre si sarebbe riversata su di lei, che già ne era altrettanto vittima. Erano anni ormai che lei non faceva più l’amore con quell’uomo, bensì veniva usata come una bambola sessuale. Al padre non importava nulla di cosa piacesse o non piacesse a lei, importava soltanto il proprio piacere. E lei aveva subito di tutto. Alex ricordava in particolare un fatto. Una sera aveva sentito il padre e la madre litigare in maniera violenta. Il motivo era che il padre le aveva appena detto che un suo amico era voglioso di farsi una bella scopata e lui aveva proposto una cosa a tre con lei. Ovviamente lei in principio si era rifiutata e altrettanto ovviamente una bella dose di botte le avevano fatto cambiare idea. Alex era troppo piccolo per poter fare qualcosa, perciò si era chiusa in camera e aveva aspettato in lacrime che tutto finisse.
Un giorno la sua vita cambiò.
Il padre, il seme del male, morì in un incidente d’auto. Alex e la madre non ereditarono molto, ma l’essere liberi da una persona del genere vale più di tutti i soldi del mondo, e questo loro lo sapevano. Nei loro occhi l’incredulità e la felicità erano quasi infinite. Erano liberi, finalmente liberi. Mai più violenza, abusi sessuali, menzogne. Nulla, soltanto una vita normale. Questa però fu solo la prima cosa che cambiò la vita dei due.
La seconda cosa fu incontrare Richard Lancaster. Alex sedeva sullo sgabello di una bar, mezzo ubriaco e con un'altra birra davanti agli occhi. Erano passate da poco le dieci il locale cominciava a riempirsi di gente. Non ne sarebbe arriva molta, non era uno di quei locali alla moda, ma aveva comunque la sua fidata clientela. Lui bazzicava da quelle parti perché era un posto tranquillo, dove poter bere in pace senza il rischio di fare a pugni con qualcuno. Stava sorseggiando la birra, quando un uomo in giacca e cravatta si era seduto nello sgabello accanto al suo. Fuori luogo, aveva pensato guardato l’abbigliamento del tipo, ma lui non dava l’impressione di sentirsi a disagio, anzi, era più rilassato che mai. Il barista salutò Richard con una stretta di mano, gli portò una birra e chiese di Cheryl. Alex per tutto il tempo si fece gli affari suoi, ascoltando di tanto in tanto qualche parola, poi si alzò e dopo aver pagato si reco barcollante all’uscita. Anche Richard decise che era tempo di tornare dalla sua Cheryl. Giunto all’esterno del locale intravide il ragazzo barcollante camminare lungo la via. Non faceva particolarmente freddo, d’altronde erano appena gli inizi di ottobre, ma non era neanche una bella serata per una passeggiata. Salì in macchina e dopo averlo affiancato gli offrì un passaggio. Alex cominciò a correre, quasi come se avesse visto un fantasma. Incuriosito Richard il giorno dopo tornò al bar e quello dopo ancora ancora fino a quando non rivide Alex. Appena il ragazzo prese posto Richard ordinò una birra e gliela consegnò personalmente accomodandosi accanto a lui.
Mi chiamo Richard Lancaster, piacere. Volevo scusarmi per averti spaventato l’altra sera e quindi ti prego di accettare questa birra. Buona continuazione.
Richard si era volta di quarantacinque gradi, fingendo di volersi alzare per andarsene, sapendo che davanti ad un comportamento del genere il ragazzo l’avrebbe quasi certamente richiamato anche se soltanto per ringraziarlo e così fu. Richard fu invitato a risedersi e Alex gli spiegò che non era stato spaventato da lui personalmente, ma dalla situazione. A Richard bastò guardarlo negli occhi per capire che qualcosa non andava, si offri così di aiutarlo, dapprima come semplice conoscente e poi come psicologo. I due iniziarono a frequentarsi e Richard venne a conoscenza dell’intera vita di Alex. Ne parlò con Cheryl e prese a cuore il problema decidendo di occuparsene gratis al di fuori delle ore lavorative. Cheryl capì e accettò senza problemi. Nei mesi a seguire Alex diventò un ospite quasi fisso a casa Lancaster. Richard e Cheryl se ne prendevano cura quasi come se fosse figlio loro. Col passare del tempo, tuttavia, Alex cominciò a capire quanto Cheryl fosse speciale e quanto Richard fosse fortunato ad avere una moglie come lei. Chissà se anche lui un giorno avrebbe trovato la donna della sua vita, una donna in tutto e per tutto come Cheryl. Richard si occupò di lui fino al giorno del suo trentesimo compleanno, il giorno in cui morì.
Gary sapeva tutto. Sapeva di Alex e di come Richard lo stesse aiutando a risorgere da quelle ceneri di merda in cui era sepolto. Ovviamente non sapevi i fatti personali di Alex, ma non gli serviva saperli. Se Richard aveva preso a cuore la situazione voleva dire che era grave. Proprio per questo non riusciva a credere a quello che aveva appena letto.
TRAGEDIA IN CASA LANCASTER
“Ieri sera intorno alle ventitré, una tragedia si è abbattuta sulla famiglia Lancaster. Poco dopo la fine della festa di compleanno del famoso psicologo Richard Lancaster, l’invitato, amico e paziente Axel Foster avrebbe approfittato di una breve assenza da parte di Richard per uccidere Cheryl, la moglie dello psicologo. Il motivo sembrerebbe essere un rifiuto da parte di quest’ultima verso una richiesta sessuale da parte dello stesso Alex. Richard, avendo sentito le urla della moglie provenire dal piano inferiore e il rumore di uno sparo, avrebbe preso la pistola e dopo essere corso di sotto ha aperto il fuoco, uccidendo così il ragazzo. Dopo aver visto il corpo di sua moglie privo di vita e aver chiamato la polizia, per spiegare l’accaduto, ha scritto poche semplici parole, prima di infilarsi la pistola in bocca e fare fuoco. Di seguito riportiamo il messaggio lasciato da Richard Lancaster in persona, dando il nostro personale ad addio ad un grande psicologo, ma soprattutto ad un grande uomo. Riposi in pace.”
“Ora che Cheryl è morta, non ha più senso vivere. Spero almeno di poterla riabbracciare nell’aldilà, dove potremo stare insieme per sempre.”
TRAGEDIA IN CASA LANCASTER…
Diceva così la prima pagina del New York Times, esposto in tutte le edicole e sui tavolini dei bar. La giornata sarebbe stata perfetta, senza quella notizia. Il sole era caldo al punto giusto e regnava incontrastato nel limpido azzurro del cielo. La gente scorreva frenetica nel traffico di New York, muovendosi sui taxi, in bicicletta o a piedi. Persone eleganti, valigetta alla mano, camminavano rapidi per raggiungere i loro uffici in centro. La fretta svaniva quando si trovavano di fronte ad un edicola, dove quelle quattro parole erano presenti su tutti i giornali. Alcuni ragazzi, in cerca di qualche dollaro, saltavano da una parte all’altra della strada, gridando a squarciagola nel tentativo di vendere una copia del New York Times. Pareva quasi di essere tornati ai primi del novecento. Il silenzio era soltanto un desiderio lontano in mezzo a quel caos. Voci, automobili, clacson. Un numero incredibile di suoni e rumori amalgamati insieme.
Gary, un collega di Richard, teneva stretto tra le mani il giornale, con le pagine stropicciate. Non riusciva a crederci. Mai avrebbe potuto anche solo immaginare che una cosa del genere potesse accadere proprio al suo amico Richard. Pensava e ripensava a quell’articolo, quasi nella speranza che si trattasse di uno scherzo o di un brutto sogno dal quale presto si sarebbe svegliato. Richard era una delle migliori persone che aveva mai conosciuto, seconda solo a Cheryl. Erano una coppia fantastica. Ricordava quando lui aveva avuto problemi con la sua ex moglie e loro erano stati così gentili da ospitarlo in casa loro per tutto il tempo necessario a farlo rimettere in sesto. Richard aveva analizzato spesso e volentieri i problemi del suo amico e più di una volta i suoi consigli erano stati molto validi. Gary ricordava tutto come se fosse accaduto giusto un paio di giorni prima, quando in realtà era ormai trascorso un anno da quando Gary si era trasferito in Inghilterra per lavoro. Solo per quello non aveva più visto Richard, ma si erano sentiti comunque molto spesso, o almeno abbastanza perché lui rimase ancora più scioccato dall’articolo e da quanto schifo possano fare alcune persone. Si, perché a leggere quel nome non riusciva a pensare ad altro. Pensava a quelle persone che fino a quando hanno bisogno qualcuno che le accudisca o le sopporti sembrano grandi amici con tutti, poi appena vengono voltate loro le spalle ecco che si sente la lama rovente di un pugnale conficcarsi nella carne. Molte persone sono così, troppe. D’altronde approfittarsi è umano, così come un vecchio proverbio dice che l’occasione fa l’uomo ladro. Se una persona si offre come bersaglio facile noi tendiamo a bersagliarlo. Ricordiamoci che in parte siamo animali, ed ecco che il “complesso” genere umano viene diviso in due semplici categorie, i Bersaglieri e i Bersagli, anche se molto spesso il Bersagliere di uno è il Bersaglio di un altro. Richard no. Richard si accollava i problemi del mondo intero, ascoltando ed aiutando le persone con i loro problemi. Prendeva le loro paure e le trasformava in innocenti pensieri facili da scacciare, liberava le menti dal peso dei dubbi e delle angosce. Come un prestigiatore che estrae conigli dal cilindro, lui estraeva i tormenti dalle persone e li mutava in un sogni, come un Re Mida della mente. Era indescrivibile ed imparagonabile. Non per altro era stato votato come uno degli psicologi migliori al mondo, oltre che uno dei più ricchi.
Quello che rendeva Richard migliore rispetto agli altri, era che sebbene la sua parcella fosse quasi irraggiungibile per la maggior parte della gente comune, per chi non poteva permettersela c’erano notevoli sconti. Molti disoccupati veniva addirittura aiutati gratuitamente.
Alex Foster era uno di quelli. Un ragazzo di vent’anni che nella vita aveva passato visto la peggior merda possibile. Era cresciuto in una famiglia marcia. Il padre abusava quotidianamente di lui, sotto gli occhi della madre che faceva finta di ignorare la situazione. Soltanto una volta si era permessa di aprire bocca e le era stata rotta. Nessun preavviso, in pugno diretto sulle labbra e lei era finita al tappeto sputando sangue. Da quel giorno non si era mai più intromessa nelle “faccende” del marito. Quando si ritrovava da sola con Alex piangeva. Gli chiedeva perdono per quello che era costretto a subire e gli spiegava che non poteva fare nulla per cambiare la situazione. Se avesse chiamato la polizia probabilmente il padre li avrebbe uccisi entrambi. Ad Alex non sarebbe dispiaciuto, anzi. Giunto ad una certa età, aveva cominciato a vedere la morte quasi come un sogno. Non sapeva cosa ci fosse di là, ne se davvero esistesse un di là, ma non gli importava. Qualunque cosa sarebbe stata meglio della sua vita. Non sopportava più quella sensazione vomitevole e nauseabonda del padre che si muove al suo interno. Gli dava il voltastomaco. Più di una volta si era ritrovato chiuso in bagno, lametta in mano e l’idea di recidersi le vene stampata in testa. Alla fine il coraggio di farlo gli era sempre mancato. Soprattutto per sua madre. Era sicuro che la collera e la frustrazione del padre si sarebbe riversata su di lei, che già ne era altrettanto vittima. Erano anni ormai che lei non faceva più l’amore con quell’uomo, bensì veniva usata come una bambola sessuale. Al padre non importava nulla di cosa piacesse o non piacesse a lei, importava soltanto il proprio piacere. E lei aveva subito di tutto. Alex ricordava in particolare un fatto. Una sera aveva sentito il padre e la madre litigare in maniera violenta. Il motivo era che il padre le aveva appena detto che un suo amico era voglioso di farsi una bella scopata e lui aveva proposto una cosa a tre con lei. Ovviamente lei in principio si era rifiutata e altrettanto ovviamente una bella dose di botte le avevano fatto cambiare idea. Alex era troppo piccolo per poter fare qualcosa, perciò si era chiusa in camera e aveva aspettato in lacrime che tutto finisse.
Un giorno la sua vita cambiò.
Il padre, il seme del male, morì in un incidente d’auto. Alex e la madre non ereditarono molto, ma l’essere liberi da una persona del genere vale più di tutti i soldi del mondo, e questo loro lo sapevano. Nei loro occhi l’incredulità e la felicità erano quasi infinite. Erano liberi, finalmente liberi. Mai più violenza, abusi sessuali, menzogne. Nulla, soltanto una vita normale. Questa però fu solo la prima cosa che cambiò la vita dei due.
La seconda cosa fu incontrare Richard Lancaster. Alex sedeva sullo sgabello di una bar, mezzo ubriaco e con un'altra birra davanti agli occhi. Erano passate da poco le dieci il locale cominciava a riempirsi di gente. Non ne sarebbe arriva molta, non era uno di quei locali alla moda, ma aveva comunque la sua fidata clientela. Lui bazzicava da quelle parti perché era un posto tranquillo, dove poter bere in pace senza il rischio di fare a pugni con qualcuno. Stava sorseggiando la birra, quando un uomo in giacca e cravatta si era seduto nello sgabello accanto al suo. Fuori luogo, aveva pensato guardato l’abbigliamento del tipo, ma lui non dava l’impressione di sentirsi a disagio, anzi, era più rilassato che mai. Il barista salutò Richard con una stretta di mano, gli portò una birra e chiese di Cheryl. Alex per tutto il tempo si fece gli affari suoi, ascoltando di tanto in tanto qualche parola, poi si alzò e dopo aver pagato si reco barcollante all’uscita. Anche Richard decise che era tempo di tornare dalla sua Cheryl. Giunto all’esterno del locale intravide il ragazzo barcollante camminare lungo la via. Non faceva particolarmente freddo, d’altronde erano appena gli inizi di ottobre, ma non era neanche una bella serata per una passeggiata. Salì in macchina e dopo averlo affiancato gli offrì un passaggio. Alex cominciò a correre, quasi come se avesse visto un fantasma. Incuriosito Richard il giorno dopo tornò al bar e quello dopo ancora ancora fino a quando non rivide Alex. Appena il ragazzo prese posto Richard ordinò una birra e gliela consegnò personalmente accomodandosi accanto a lui.
Mi chiamo Richard Lancaster, piacere. Volevo scusarmi per averti spaventato l’altra sera e quindi ti prego di accettare questa birra. Buona continuazione.
Richard si era volta di quarantacinque gradi, fingendo di volersi alzare per andarsene, sapendo che davanti ad un comportamento del genere il ragazzo l’avrebbe quasi certamente richiamato anche se soltanto per ringraziarlo e così fu. Richard fu invitato a risedersi e Alex gli spiegò che non era stato spaventato da lui personalmente, ma dalla situazione. A Richard bastò guardarlo negli occhi per capire che qualcosa non andava, si offri così di aiutarlo, dapprima come semplice conoscente e poi come psicologo. I due iniziarono a frequentarsi e Richard venne a conoscenza dell’intera vita di Alex. Ne parlò con Cheryl e prese a cuore il problema decidendo di occuparsene gratis al di fuori delle ore lavorative. Cheryl capì e accettò senza problemi. Nei mesi a seguire Alex diventò un ospite quasi fisso a casa Lancaster. Richard e Cheryl se ne prendevano cura quasi come se fosse figlio loro. Col passare del tempo, tuttavia, Alex cominciò a capire quanto Cheryl fosse speciale e quanto Richard fosse fortunato ad avere una moglie come lei. Chissà se anche lui un giorno avrebbe trovato la donna della sua vita, una donna in tutto e per tutto come Cheryl. Richard si occupò di lui fino al giorno del suo trentesimo compleanno, il giorno in cui morì.
Gary sapeva tutto. Sapeva di Alex e di come Richard lo stesse aiutando a risorgere da quelle ceneri di merda in cui era sepolto. Ovviamente non sapevi i fatti personali di Alex, ma non gli serviva saperli. Se Richard aveva preso a cuore la situazione voleva dire che era grave. Proprio per questo non riusciva a credere a quello che aveva appena letto.
TRAGEDIA IN CASA LANCASTER
“Ieri sera intorno alle ventitré, una tragedia si è abbattuta sulla famiglia Lancaster. Poco dopo la fine della festa di compleanno del famoso psicologo Richard Lancaster, l’invitato, amico e paziente Axel Foster avrebbe approfittato di una breve assenza da parte di Richard per uccidere Cheryl, la moglie dello psicologo. Il motivo sembrerebbe essere un rifiuto da parte di quest’ultima verso una richiesta sessuale da parte dello stesso Alex. Richard, avendo sentito le urla della moglie provenire dal piano inferiore e il rumore di uno sparo, avrebbe preso la pistola e dopo essere corso di sotto ha aperto il fuoco, uccidendo così il ragazzo. Dopo aver visto il corpo di sua moglie privo di vita e aver chiamato la polizia, per spiegare l’accaduto, ha scritto poche semplici parole, prima di infilarsi la pistola in bocca e fare fuoco. Di seguito riportiamo il messaggio lasciato da Richard Lancaster in persona, dando il nostro personale ad addio ad un grande psicologo, ma soprattutto ad un grande uomo. Riposi in pace.”
“Ora che Cheryl è morta, non ha più senso vivere. Spero almeno di poterla riabbracciare nell’aldilà, dove potremo stare insieme per sempre.”