L' Inferno
Richard avvertì il metallo freddo della pistola inumidirsi al contatto col palato e i pensieri, unitisi ai ricordi di promesse infrante, si scatenarono nella sua mente. Lacrime affilate come rasoi scivolarono sulle guance, che ancora portavano i segni di una rasatura recente. Gli pianse anche il cuore, fino a quando non ebbe più lacrime da versare. Tuttavia furono abbastanza da farlo annegare in un mare di trasparente dolore.
Cheryl non c’era più, cos’altro poteva importare?
Lei era stata la donna della sua vita, la principessa da portare al castello. Nei momenti peggiori sapeva essere dolce e sensibile come nessun’altra donna al mondo. Non c’erano problemi seri o stupidi per lei. C’erano solo i problemi e le soluzioni. E lei le trovava sempre. Qualsiasi pensiero o dubbio aveva afflitto la mente di Richard, dal momento in cui l’aveva incontrata a quello in cui l’aveva perduta, era stato ascoltato e scacciato da lei. C’erano delle volte in cui le bastavano poche parole, così semplici che il più delle persone si sarebbero chieste per quale motivo non ci fossero arrivate prima. La verità, però, era quella. Lei ci arrivava perché, nonostante la vita le avesse lanciato merda e marciume addosso, lei aveva conservato il cuore innocente di una bambina, con tutta la semplicità e l’ingenuità che esso comporta. E quanto era bello il suo sguardo. Richard aveva amato quegli occhi fin dal primo momento in cui li aveva veduti. Marroni, semplici ma particolari. Più li osservava e più si perdeva dentro alla loro purezza. Sentiva la dolcezza che essi emanavano diffondersi in tutto il suo corpo, come se il sangue fosse diventato caramello. Vedeva la scintilla dell’infanzia vivere ancora dentro di loro e questo gli faceva nascere un’immensa voglia di prendere quella fanciulla e stringerla tra le sue braccia. Tenerla lì, in un caldo e amoroso abbraccio, e proteggerla dal mondo intero. Non importava chi o cosa volesse minacciare la felicità di quella ragazza, lui sarebbe stato il suo scudo.
Non riusciva a non farlo. Dentro di sé sentiva come il bisogno di proteggerla, di starle accanto in ogni secondo della sua vita. Si sentiva bene solo con lei, vivo esclusivamente con Cheryl al proprio fianco. Ricordava ancora quando passava ore ed ore a fissarla, perdendosi nella sua bellezza così sublime e paradisiaca, che persino in un sogno sarebbe stato quasi impossibile riprodurre alla perfezione. Il cuore gli martellava nel petto ogni volta che si stringeva a lui, quasi dovesse saltargli fuori all’improvviso. Quanto era bella e quanto erano stati belli i momenti trascorsi insieme a lei. Non importava dove fossero o cosa stessero facendo, bastava che lei sorridesse e tutto assumeva un qualcosa di magico. Percepiva in quei sorrisi la vera essenza della felicità. Era come il miraggio di una splendida oasi quando ci si trova in fin di vita nel deserto, con la differenza che non svaniva una volta raggiunto, anzi la felicità si amplificava. Afferrava il cuore con mani tiepide e delicate, avvolgendolo con l’amore più puro e dolce. Lo faceva sentire protetto, amato e vivo.
Vivo come mai non era stato prima.
Ricordava l’amore di Cheryl come un qualcosa di unico, magico e indescrivibile. Un’emozione che ti scorre dentro come un tornado di fiamme che scalda ma non ti brucia fino a quando lei ti è vicina e che t’incenerisce quando lei inizia a mancarti. Non c’era nulla di più bello al mondo, non c’era mai stato e mai ci sarà. Già perché ormai neanche Cheryl c’era più. La osservava lì, distesa sul pavimento. Immobile, con il sangue che le faceva da cornice. Era bellissima ugualmente, bella come in ogni altro momento della sua vita. Bella come nessun’altra ragazza al mondo, perché la bellezza di Cheryl non si poteva eguagliare. Non nasceva dal suo splendido e sublime corpo, ma dall’innocenza e la purezza della sua anima. Quell’anima che portava le cicatrici del tempo, ma anche la spensieratezza di un tempo che fu. Per quello nessuno avrebbe mai potuto eguagliare la bellezza di Cheryl, né ora né mai.
Richard ammirò quella bellezza unica per un ultimo istante, poi il boato. Tutto fu avvolto dalle tenebre, rese di cristallo dal pensiero residuo di Cheryl. Tornerò da te, sussurrò nella sua mente con gli ultimi secondi che gli rimasero. Nient’altro. Non avvertì il proiettile calibro .38 penetrargli nel cervello, neanche la botta che prese alla schiena cadendo all’indietro e se anche le avesse avvertite non gliene sarebbe importato nulla. Gli importava solo tornare da Cheryl.
Richard riaprì gli occhi un paio di secondi dopo. Ogni suo dubbio o pensiero era stato sostituito da un forte mal di testa. Diede un occhiata intorno a sé, accorgendosi di essere in un posto che non conosceva. Una stanza piccola, bianca e completamente spoglia. Cercò di tornare con la mente a qualche istante prima e vide lui che s’infilava la pistola in bocca. Nella sua testa iniziò a pensare a cosa fosse successo. Era morto o si era salvato ed era stato portato in ospedale? Probabile, d’altronde prima di spararsi aveva chiamato la polizia. Forse erano stati loro a salvarlo, trovandolo privo di sensi ma ancora vivo.
Lei è morto.
Si voltò di scatto in direzione della voce che con gelida crudeltà aveva messo fine a tutti i suoi dubbi. Un uomo in giacca e cravatta, che fino a un secondo prima non c’era, ora sostava in piedi dietro di lui. Richard si ritrasse istintivamente, turbato da quello che stava accadendo. Lei chi è? Riuscì a domandare con un filo di voce così sottile da rischiare di perdersi nel silenzio.
Non ha nessuna importanza chi sono. Voglio proporle un affare. Lei mi ha colpito fin dal primo istante che l’ho vista. Possiede un cuore così puro, squisito. L’amore che lei prova per la sua Cheryl è dolce come miele zuccherato e forte e resistente come una spada sacra.
I ricordi di Richard tornarono alla mente come un lampo. Cheryl distesa senza vita sul pavimento del salotto, uccisa dal suo paziente che giaceva morto a pochi passi da lei. Il dolore che si era impadronito del suo cuore lasciato spoglio dall’assenza della sua principessa, la pistola e la voglia di morire. Morire per ritrovare Cheryl, poterla abbracciare ancora una volta e per sempre. D'altronde non era così che si diceva? Che una volta morti si comincia una nuova vita eterna. Bene, lui sarebbe stato per l’eternità con Cheryl.
Dov’è Cheryl? riuscì a domandare Richard in un tono che non sembro troppo spaventato. Il signore ben vestito lo guardò per un istante, curioso. Lo studiava come uno chef studierebbe un piatto originale e squisito, cercando di carpirne ogni singolo ingrediente. Richard guardava quegli occhi, ipnotizzato. Non erano occhi dolci, erano animaleschi e bramosi. Bramavano lui, la sua anime e tutte le emozione che essa comprendeva. Eppure quella persona non sembrava per nulla ostile nei suoi confronti, solo incuriosita, forse addirittura affascinata.
Signor Lancaster, diciamo che la bellissima Cheryl Revofor si trova ai Piani Alti. Non c’è modo per raggiungerli. Lei si è tolto la vita e come sa chi si suicida viene condannato ai Piani Bassi. Mi dispiace, Richard, posso darle del tu vero?, ma sono ordini dall’alto, non c’è nulla che io possa fare.
Richard accusò quelle parole come una lama nel petto. Tutto ciò in cui aveva sperato era svanito, distrutto da qualcuno superiore a lui, qualcuno che abitava ai “Piani Alti”. E poi cosa cazzo era sta storia dei Piani Alti e Bassi, lui era cresciuto con l’antico concetto di Paradiso e Inferno, Dio e Satana. Cercò di non dargli importanza, già era strano tutto quello che stava vivendo. Ancor più strano era il fatto che non gli importava nulla della situazione.
Rivoglio Cheryl, tuonò con tutta la rabbia che aveva in corpo, rivoglio Cheryl ad ogni costo.
Richard, così mi spaventa e quasi mi obbliga a parlare. Rimanga tra noi, ma un modo ci sarebbe. Doloroso e rischioso, ma c’è. Le interessa?
Il signore parlò con tono delicato e gentile, cercando di far cadere l’attenzione di Richard sulle parole e non sugli occhi che tradivano la sua fame.
Ho detto che la rivoglio a qualsiasi costo, e a qualsiasi costo sarà. Parli.
Bene, allora lo farò. Posso rimandarla indietro, fare finta che lei non sia mai morto e prestarle una cosa. Lei grazie a questo “prestito” dovrà, diciamo…fare del male a qualcuno, così come qualcuno ha fatto del male a lei. Considerando che lei è stato tradito da una persona di cui si fidava molto, non oso immaginare quante altre persone abbiano agito alle sue spalle, approfittando del suo buonissimo e dolcissimo cuore. Una volta che un numero adeguato di persone, avrà conosciuto il vero dolore, io le farò incontrare Cheryl. Che mi dice, accetta?
Richard rimase stupito dalle parole. Dentro di lui presero vita due sensazioni contrastanti. La prima era la sensazione di venir preso per il culo, di essere la vittima di uno di quei maledetti scherzi che si vedono in tv. Prima il suo amico gli uccide la moglie, poi lui uccide l’amico e si toglie la vita e ora un signore in giacca e cravatta che sembra essere il portinaio dell’aldilà gli offre la possibilità di tornare in vita e riavere Cheryl a patto che lui getti più persone possibili nel terrore? Non era possibile.
Tuttavia, l’altra sensazione, era l’esatto opposto. Percepiva quella situazione come qualcosa di assurdo, qualcosa che per nulla al mondo sarebbe dovuto esistere, ma come reale. Lui era realmente morto, era realmente davanti a un signore in giacca e cravatta che gli stava offrendo la possibilità di tornare indietro. E no, quello non era il portinaio dell’aldilà, quello era il Signore Degli Inferi in persona e la stanza in cui si trovava avrebbe potuto benissimo essere l’atrio degli inferno. Niente demoni, fiamme e torturati come descritto nelle versione dantesche o religiose, almeno non in quella stanza. Cosa ci sarebbe stato dopo non poteva immaginarlo. L’Inferno è la terra del male, dell’inganno e forse persino quella stanza poteva essere un tranello. Varcata quella soglia sarebbe potuto accadere di tutto, ma a Richard non importava. Lui rivoleva Rachel, e non gli importava il prezzo che doveva pagare. Accettò.
La stanza iniziò a dissolversi nel nulla, come un alone su un vetro. L’uomo si tramutò in fumo e svanì nel nulla, lasciandosi dietro soltanto l’eco di una risata antica e soddisfatta. Richard percepì il sangue ribollire nelle sue vene, lo sentì incendiarsi e prima di rendersene conto fiamme nere stavano aleggiando intorno a lui, avvolgendolo completamente. Lamenti e pianti di anime straziate presero possesso della sua mente, torturandola con sadismo e perversione. Ognuna di quelle lacrime astratte si piantava dentro il cervello come un ago avvelenato e rovente. Le sentiva conficcarsi sempre più in profondità, quasi volessero raggiungere gli occhi passando dalla nuca. Ogni grido invece riecheggiava all’infinito nei timpani, mischiandosi col grido successivo in un cacofonico mix di lamenti inaudibili. Il dolore e l’agonia furono così immensi che gli parve di sentire la sua anima infrangersi, come uno specchio di cristallo colpito da una catapulta. Un tintinnare di miliardi di frammenti e poi il nulla assoluto. Vuoto. Soltanto quel vuoto che aveva provato fino a poco tempo prima, quando Cheryl era morta.
Cheryl.
Quanto gli mancava. Pensò a lei, a tutti quei ricordi che gli erano tornati alla mente poco prima di uccidersi, trasformandoli in forza, in resistenza. Deviò la mente su di lei, allontanando così le urla e il dolore. Sentiva il suo corpo dilaniarsi e scarnificarsi, ma la mente era altrove, rifugiata nell’incantevole sguardo di Cheryl. Pensò a lei fino a quando non perse i sensi e quando riaprì gli occhi si ritrovò a casa sua.
Il corpo di Cheryl non c’era più e nemmeno quello di Alex. Non c’erano più tracce di sangue, niente. Tutto era in ordine. Sul divano in pelle bianca era seduto il signore in giacca e cravatta che aveva incontrato prima nella piccola stanza.
Bentornato Richard. Sarò breve, non ho molto tempo. Io ho mantenuto parte della mia promessa, ora tocca a te mantenere la tua, se rivuoi vedere Cheryl. Guarda la mano e pensa a qualcosa che ti fa arrabbiare.
Richard obbedì senza fare domande. Riportò la mente ad Alex e al pensiero di lui che uccideva Cheryl. Una fiamma nera avvolse la sua mano. Richard non se ne stupì più di tanto. Era come se le sofferenze di prima fossero stato un processo creato apposta per assimilare al meglio quell’idea.
Perfetto. Vedo che te la cavi bene. Ora mantieni la parola e riavrai Cheryl. Hai già qualche idea?
Richard guardò il signore in giacca e cravatta e sorrise.
Mia mamma diceva che un giorno avrei guardato il mondo dalla cima di una torre. Inizierò da lì.
Cheryl non c’era più, cos’altro poteva importare?
Lei era stata la donna della sua vita, la principessa da portare al castello. Nei momenti peggiori sapeva essere dolce e sensibile come nessun’altra donna al mondo. Non c’erano problemi seri o stupidi per lei. C’erano solo i problemi e le soluzioni. E lei le trovava sempre. Qualsiasi pensiero o dubbio aveva afflitto la mente di Richard, dal momento in cui l’aveva incontrata a quello in cui l’aveva perduta, era stato ascoltato e scacciato da lei. C’erano delle volte in cui le bastavano poche parole, così semplici che il più delle persone si sarebbero chieste per quale motivo non ci fossero arrivate prima. La verità, però, era quella. Lei ci arrivava perché, nonostante la vita le avesse lanciato merda e marciume addosso, lei aveva conservato il cuore innocente di una bambina, con tutta la semplicità e l’ingenuità che esso comporta. E quanto era bello il suo sguardo. Richard aveva amato quegli occhi fin dal primo momento in cui li aveva veduti. Marroni, semplici ma particolari. Più li osservava e più si perdeva dentro alla loro purezza. Sentiva la dolcezza che essi emanavano diffondersi in tutto il suo corpo, come se il sangue fosse diventato caramello. Vedeva la scintilla dell’infanzia vivere ancora dentro di loro e questo gli faceva nascere un’immensa voglia di prendere quella fanciulla e stringerla tra le sue braccia. Tenerla lì, in un caldo e amoroso abbraccio, e proteggerla dal mondo intero. Non importava chi o cosa volesse minacciare la felicità di quella ragazza, lui sarebbe stato il suo scudo.
Non riusciva a non farlo. Dentro di sé sentiva come il bisogno di proteggerla, di starle accanto in ogni secondo della sua vita. Si sentiva bene solo con lei, vivo esclusivamente con Cheryl al proprio fianco. Ricordava ancora quando passava ore ed ore a fissarla, perdendosi nella sua bellezza così sublime e paradisiaca, che persino in un sogno sarebbe stato quasi impossibile riprodurre alla perfezione. Il cuore gli martellava nel petto ogni volta che si stringeva a lui, quasi dovesse saltargli fuori all’improvviso. Quanto era bella e quanto erano stati belli i momenti trascorsi insieme a lei. Non importava dove fossero o cosa stessero facendo, bastava che lei sorridesse e tutto assumeva un qualcosa di magico. Percepiva in quei sorrisi la vera essenza della felicità. Era come il miraggio di una splendida oasi quando ci si trova in fin di vita nel deserto, con la differenza che non svaniva una volta raggiunto, anzi la felicità si amplificava. Afferrava il cuore con mani tiepide e delicate, avvolgendolo con l’amore più puro e dolce. Lo faceva sentire protetto, amato e vivo.
Vivo come mai non era stato prima.
Ricordava l’amore di Cheryl come un qualcosa di unico, magico e indescrivibile. Un’emozione che ti scorre dentro come un tornado di fiamme che scalda ma non ti brucia fino a quando lei ti è vicina e che t’incenerisce quando lei inizia a mancarti. Non c’era nulla di più bello al mondo, non c’era mai stato e mai ci sarà. Già perché ormai neanche Cheryl c’era più. La osservava lì, distesa sul pavimento. Immobile, con il sangue che le faceva da cornice. Era bellissima ugualmente, bella come in ogni altro momento della sua vita. Bella come nessun’altra ragazza al mondo, perché la bellezza di Cheryl non si poteva eguagliare. Non nasceva dal suo splendido e sublime corpo, ma dall’innocenza e la purezza della sua anima. Quell’anima che portava le cicatrici del tempo, ma anche la spensieratezza di un tempo che fu. Per quello nessuno avrebbe mai potuto eguagliare la bellezza di Cheryl, né ora né mai.
Richard ammirò quella bellezza unica per un ultimo istante, poi il boato. Tutto fu avvolto dalle tenebre, rese di cristallo dal pensiero residuo di Cheryl. Tornerò da te, sussurrò nella sua mente con gli ultimi secondi che gli rimasero. Nient’altro. Non avvertì il proiettile calibro .38 penetrargli nel cervello, neanche la botta che prese alla schiena cadendo all’indietro e se anche le avesse avvertite non gliene sarebbe importato nulla. Gli importava solo tornare da Cheryl.
Richard riaprì gli occhi un paio di secondi dopo. Ogni suo dubbio o pensiero era stato sostituito da un forte mal di testa. Diede un occhiata intorno a sé, accorgendosi di essere in un posto che non conosceva. Una stanza piccola, bianca e completamente spoglia. Cercò di tornare con la mente a qualche istante prima e vide lui che s’infilava la pistola in bocca. Nella sua testa iniziò a pensare a cosa fosse successo. Era morto o si era salvato ed era stato portato in ospedale? Probabile, d’altronde prima di spararsi aveva chiamato la polizia. Forse erano stati loro a salvarlo, trovandolo privo di sensi ma ancora vivo.
Lei è morto.
Si voltò di scatto in direzione della voce che con gelida crudeltà aveva messo fine a tutti i suoi dubbi. Un uomo in giacca e cravatta, che fino a un secondo prima non c’era, ora sostava in piedi dietro di lui. Richard si ritrasse istintivamente, turbato da quello che stava accadendo. Lei chi è? Riuscì a domandare con un filo di voce così sottile da rischiare di perdersi nel silenzio.
Non ha nessuna importanza chi sono. Voglio proporle un affare. Lei mi ha colpito fin dal primo istante che l’ho vista. Possiede un cuore così puro, squisito. L’amore che lei prova per la sua Cheryl è dolce come miele zuccherato e forte e resistente come una spada sacra.
I ricordi di Richard tornarono alla mente come un lampo. Cheryl distesa senza vita sul pavimento del salotto, uccisa dal suo paziente che giaceva morto a pochi passi da lei. Il dolore che si era impadronito del suo cuore lasciato spoglio dall’assenza della sua principessa, la pistola e la voglia di morire. Morire per ritrovare Cheryl, poterla abbracciare ancora una volta e per sempre. D'altronde non era così che si diceva? Che una volta morti si comincia una nuova vita eterna. Bene, lui sarebbe stato per l’eternità con Cheryl.
Dov’è Cheryl? riuscì a domandare Richard in un tono che non sembro troppo spaventato. Il signore ben vestito lo guardò per un istante, curioso. Lo studiava come uno chef studierebbe un piatto originale e squisito, cercando di carpirne ogni singolo ingrediente. Richard guardava quegli occhi, ipnotizzato. Non erano occhi dolci, erano animaleschi e bramosi. Bramavano lui, la sua anime e tutte le emozione che essa comprendeva. Eppure quella persona non sembrava per nulla ostile nei suoi confronti, solo incuriosita, forse addirittura affascinata.
Signor Lancaster, diciamo che la bellissima Cheryl Revofor si trova ai Piani Alti. Non c’è modo per raggiungerli. Lei si è tolto la vita e come sa chi si suicida viene condannato ai Piani Bassi. Mi dispiace, Richard, posso darle del tu vero?, ma sono ordini dall’alto, non c’è nulla che io possa fare.
Richard accusò quelle parole come una lama nel petto. Tutto ciò in cui aveva sperato era svanito, distrutto da qualcuno superiore a lui, qualcuno che abitava ai “Piani Alti”. E poi cosa cazzo era sta storia dei Piani Alti e Bassi, lui era cresciuto con l’antico concetto di Paradiso e Inferno, Dio e Satana. Cercò di non dargli importanza, già era strano tutto quello che stava vivendo. Ancor più strano era il fatto che non gli importava nulla della situazione.
Rivoglio Cheryl, tuonò con tutta la rabbia che aveva in corpo, rivoglio Cheryl ad ogni costo.
Richard, così mi spaventa e quasi mi obbliga a parlare. Rimanga tra noi, ma un modo ci sarebbe. Doloroso e rischioso, ma c’è. Le interessa?
Il signore parlò con tono delicato e gentile, cercando di far cadere l’attenzione di Richard sulle parole e non sugli occhi che tradivano la sua fame.
Ho detto che la rivoglio a qualsiasi costo, e a qualsiasi costo sarà. Parli.
Bene, allora lo farò. Posso rimandarla indietro, fare finta che lei non sia mai morto e prestarle una cosa. Lei grazie a questo “prestito” dovrà, diciamo…fare del male a qualcuno, così come qualcuno ha fatto del male a lei. Considerando che lei è stato tradito da una persona di cui si fidava molto, non oso immaginare quante altre persone abbiano agito alle sue spalle, approfittando del suo buonissimo e dolcissimo cuore. Una volta che un numero adeguato di persone, avrà conosciuto il vero dolore, io le farò incontrare Cheryl. Che mi dice, accetta?
Richard rimase stupito dalle parole. Dentro di lui presero vita due sensazioni contrastanti. La prima era la sensazione di venir preso per il culo, di essere la vittima di uno di quei maledetti scherzi che si vedono in tv. Prima il suo amico gli uccide la moglie, poi lui uccide l’amico e si toglie la vita e ora un signore in giacca e cravatta che sembra essere il portinaio dell’aldilà gli offre la possibilità di tornare in vita e riavere Cheryl a patto che lui getti più persone possibili nel terrore? Non era possibile.
Tuttavia, l’altra sensazione, era l’esatto opposto. Percepiva quella situazione come qualcosa di assurdo, qualcosa che per nulla al mondo sarebbe dovuto esistere, ma come reale. Lui era realmente morto, era realmente davanti a un signore in giacca e cravatta che gli stava offrendo la possibilità di tornare indietro. E no, quello non era il portinaio dell’aldilà, quello era il Signore Degli Inferi in persona e la stanza in cui si trovava avrebbe potuto benissimo essere l’atrio degli inferno. Niente demoni, fiamme e torturati come descritto nelle versione dantesche o religiose, almeno non in quella stanza. Cosa ci sarebbe stato dopo non poteva immaginarlo. L’Inferno è la terra del male, dell’inganno e forse persino quella stanza poteva essere un tranello. Varcata quella soglia sarebbe potuto accadere di tutto, ma a Richard non importava. Lui rivoleva Rachel, e non gli importava il prezzo che doveva pagare. Accettò.
La stanza iniziò a dissolversi nel nulla, come un alone su un vetro. L’uomo si tramutò in fumo e svanì nel nulla, lasciandosi dietro soltanto l’eco di una risata antica e soddisfatta. Richard percepì il sangue ribollire nelle sue vene, lo sentì incendiarsi e prima di rendersene conto fiamme nere stavano aleggiando intorno a lui, avvolgendolo completamente. Lamenti e pianti di anime straziate presero possesso della sua mente, torturandola con sadismo e perversione. Ognuna di quelle lacrime astratte si piantava dentro il cervello come un ago avvelenato e rovente. Le sentiva conficcarsi sempre più in profondità, quasi volessero raggiungere gli occhi passando dalla nuca. Ogni grido invece riecheggiava all’infinito nei timpani, mischiandosi col grido successivo in un cacofonico mix di lamenti inaudibili. Il dolore e l’agonia furono così immensi che gli parve di sentire la sua anima infrangersi, come uno specchio di cristallo colpito da una catapulta. Un tintinnare di miliardi di frammenti e poi il nulla assoluto. Vuoto. Soltanto quel vuoto che aveva provato fino a poco tempo prima, quando Cheryl era morta.
Cheryl.
Quanto gli mancava. Pensò a lei, a tutti quei ricordi che gli erano tornati alla mente poco prima di uccidersi, trasformandoli in forza, in resistenza. Deviò la mente su di lei, allontanando così le urla e il dolore. Sentiva il suo corpo dilaniarsi e scarnificarsi, ma la mente era altrove, rifugiata nell’incantevole sguardo di Cheryl. Pensò a lei fino a quando non perse i sensi e quando riaprì gli occhi si ritrovò a casa sua.
Il corpo di Cheryl non c’era più e nemmeno quello di Alex. Non c’erano più tracce di sangue, niente. Tutto era in ordine. Sul divano in pelle bianca era seduto il signore in giacca e cravatta che aveva incontrato prima nella piccola stanza.
Bentornato Richard. Sarò breve, non ho molto tempo. Io ho mantenuto parte della mia promessa, ora tocca a te mantenere la tua, se rivuoi vedere Cheryl. Guarda la mano e pensa a qualcosa che ti fa arrabbiare.
Richard obbedì senza fare domande. Riportò la mente ad Alex e al pensiero di lui che uccideva Cheryl. Una fiamma nera avvolse la sua mano. Richard non se ne stupì più di tanto. Era come se le sofferenze di prima fossero stato un processo creato apposta per assimilare al meglio quell’idea.
Perfetto. Vedo che te la cavi bene. Ora mantieni la parola e riavrai Cheryl. Hai già qualche idea?
Richard guardò il signore in giacca e cravatta e sorrise.
Mia mamma diceva che un giorno avrei guardato il mondo dalla cima di una torre. Inizierò da lì.